giovedì, giugno 29, 2006

 

telefonini



Sulla telefonia mobile si è detto di tutto e di più, inutile ripetersi quindi...ma una cosa continuo a non capirla: dalle notre parti per darti un numero di telefono vogliono sapere anche il tuo DNA e poi per gestire la tua linea hai bisogno del ragioniere; in Congo, Costa d'Avorio o Rwanda e chissà in quanti altri posti con 5 dollari ti danno numero e credito telefonico senza voler saper nulla di te. La sim è subito abilitata anche a chiamate intercontinentali. Due pesi e due misure...DOVE STA LA FREGATURA? quella più grossa intendo, considerato che a rimetterci è sempre chi ha il telefonino in mano. A Goma poi si è costretti a "palleggiare" due telefonini:, Vodacom e Celtel, i due fornitori, non comunicano tra di loro, per cui "l'utente" deve avere necessariamente due telefonini. Spero solo che non subentrino altri operatori!!!

venerdì, giugno 09, 2006

 

Storia di una couscussiera


nel 1881 la Tunisia divenne protettorato francese e si liberò dalla tutela francese con i protocolli del 20 marzo 1956, fu proclamata repubblica il 25 luglio 1957. Questo è su tutti i libri di storia, credo sia meno noto che nel frattempo, anche alla comunità italiana i francesi non resero la vita facile. Almeno io non conoscevo affatto questa vicenda. A parlarmene è stata la signora Teresa, nata e vissuta in Tunisia fino all’età di sette anni. Su internet non ho trovato molto e prego chiunque conosca dei testi sulla materia di segnalarmeli.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli italiani furono colpiti da provvedimenti di espropriazioni e sequestri di beni, interdizione delle attività economiche, nonché da misure estreme quali l'arresto o l'espulsione, vennero chiuse tutte le istituzioni italiane, comprese le scuole, e venne vietata la stampa di giornali in lingua italiana. La politica aggressiva della Francia nei confronti degli italiani di Tunisia iniziò a cessare all'indomani della stipula del trattato di pace fra Italia e Francia (1947) e la riapertura del Consolato Generale nell'anno seguente, anche se i sequestri continuarono ancora per alcuni anni.
La storia della signora Teresa meriterebbe ben altra attenzione che questo misero post, ma non è escluso che un giorno si faccia qualcosa di più.
La sua famiglia viveva a Metlaoui ( cittadina della Tunisia di circa 17.700 abitanti. Nota per i giacimenti di fosfati. Ultimamente è entrata a far parte di circuiti turistici grazie alla particolarità e alla bellezza delle Gorges du Seldja). Nel 1945 i francesi espulsero molti italiani dalla Tunisia, tra questi anche la famiglia della signoraTeresa che all’epoca aveva sette anni. Il padre subì le pene della prigionia prima in un campo di concentramento in Algeria e successivamente di nuovo in Tunisia. Trovarono rifugio in un campo profughi a Roma, e furono costretti rimanervi per alcuni anni.

Nel lontano 1928 la mamma della signora Teresa, in procinto di sposarsi, acquistò la couscoussiera della foto, avrebbe fatto parte del suo corredo nuziale. Quando furono costretti ad abbandonare la Tunisia, la cuscussiera era tra i pochi beni che riuscirono a portar via.
Con il migliorare della situazione, un fratello della signora Teresa si trasferì in Belgio e portò con se la couscoussiera. Da qualche tempo questo "prezioso" oggetto è di nuovo in Italia, in casa della signora Teresa, trattata non come una reliquia, ma come un pezzo di vita, un legame affettivo e “culturale” con una terra così vicina all’Italia ma spesso distante. Credo sia insomma non un semplice pezzo di coccio ma un simbolo molto importante, …anche per me che, grazie alla signora Teresa, ho cominciato ad amare in tenera età il nord Africa passando per il suo couscous.

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