lunedì, maggio 01, 2006

 

Nyamilima ieri e oggi

Questo articolo è una "spartana" traduzione di un lavoro del POLE INSTITUTE del maggio 2005 . Quindi sarebbe meglio leggere l'originale a questo indirizzo:http://www.pole-institute.org/site_web/echos/echogoma1.htm Una lettura abbastanza interessante per meglio comprendere la situazione attuale. Dopo i commenti ricevuti aggiungo che alcuni punti andrebbero approfonditi e discussi. invito chi ha elementi per farlo a dire la sua.

Incastrato tra i Parchi Nazionali di Virunga e la frontiera ugandese, Nyamilima è un villaggio che conta più di 30.000 abitanti. Questi ultimi sono i discendenti dei lavoratori provenienti dai territori di Lubero e Rutshuru e che costituivano la mano d'opera dell'economia delle piantagioni di caffè durante il periodo coloniale ed all'indomani dell'indipendenza. Il cedimento di questa economia delle piantagioni ha lasciato dietro di se migliaia di persone senza terra che sopravvivono rosicchiando le terre periferiche del Parco Nazionale dei Virunga. Quando il Pole Institute ha cominciato a lavorare in questo villaggio sulla necessità di una leadership locale e di un democrazia participativa in un contesto di assenza di stato, la popolazione di Nyamilima, era impegnata in una lotta di recupero delle terre di una parte del Parco Nazionale per la sua sopravvivenza. Questo nocciolo locale di leadership ha saputo mobilitare la popolazione, negoziare con le autorità politiche ed amministrative e ha avuto qualche risultato parziale quando i servizi dell'istituto congolese per la conservazione della natura (ICN) hanno accordato loro una parte del parco per le loro culture. Questa dinamica di coabitazione pacifica della popolazione di Nyamilima intorno a degli interessi comuni aveva fatto di questo villaggio un laboratorio pilota per parecchi progetti di sviluppo. L'ospedale locale della missione cattolica gestito da un figlio della regione era riuscito a creare altri piccoli centres de santé nei dintorni così che Nyamilima è oggi una zona di santé rurale che coordina parecchi projets de santé. Il CREDAP (Comitato di Riflessione per il Rilancio Agro-pastorale), una piattaforma animata dal Pole Institute, ha iniziato nel villaggio un'esperienza di micro-crédits che ha migliorato sensibilmente i redditi della popolazione. La scuola secondaria del villaggio è impiantata solidamente con una direzione e degli insegnanti competenti. La missione cattolica del villaggio, che è il cuore della vita di Nyamilima, è impegnata nelle iniziative pubbliche quali la gestione dei fondi di " pillage route ", (così i congolesi chiamano il "pedaggio"), ed alcuni progetti di sviluppo. Da quando le bande armate Mayi Mayi, Interahamwe ed ex-FAR operano nel Parco Nazionale di Virunga, la popolazione di Nyamilima che coltiva nelle periferie del parco fa fatica a rifornirsi di viveri. Le bande armate attingono ai campi dei contadini a loro gradimento, cacciano ed uccidono questi ultimi quando osano andare ai campi. In un villaggio, famoso a suo tempo per le sue culture di caffè e mais, la popolazione fa fatica a nutrirsi ed è minacciata costantemente dalla carestia. In questo contesto di povertà, i posti di lavoro remunerati all'ospedale locale, alla scuola elementare e secondario, e dei nuovi spazi sono diventati alla missione cattolica di competizione tra i Hutu ed i Nande che il clima politico attuale nutre e manipola. Le ribellioni cominciate all'est del RDC hanno visto l'uscita sulla scena politica e militare dei Banyarwanda - Hutu e Tutsi confusi - nell'esercizio del potere locale, territoriale e provinciale. All'epoca di una riunione che Polo Institute aveva tenuto nel marzo 2004 col nocciolo locale di Nyamilima, i membri del nocciolo dell'ethnie Nande avevano espresso la loro frustrazione di vedere che tutti i posti di potere sono in mano ai soli Hutu. L'esercizio del potere locale e territoriale da parte degli Hutu nella zona di Rutshuru non era nuovo in questa chefferie di Bwisha sotto il controllo del Mwami Hutu Daniele Ndeze fin dagli anni 1920. La novità nella conquista del potere dei Banyarwanda si era imbronciata soprattutto al livello provinciale e nazionale dalla loro salita con l'AFDL di Laurent Kabila ed il RCD/Goma. La nascita di una milizia locale Mayi Mayi comandata da Jackson, dell'etnia Nande, era percepita dal suo gruppo come una risposta alle loro frustrazioni. Deboli militarmente per fare fronte all'esercito dell' RCD appoggiato dal Ruanda fino all'ottobre 2002, i Mayi Mayi di Jackson hanno forgiato un'alleanza congiunturale con gli Interahamwe ruandesi ed ex-FAR. Queste due bande armate hanno diviso degli obiettivi comuni in passato, e custodiscono ancora oggi alcune azioni congiunte di circostanza quando necessario pure vivente in due quartieri generali distinti, gli Interahamwe ed ex-FAR nella località di Busesa ed i Mayi Mayi di Jackson nel Parco di fronte a Nyamilima. Il processo di riunificazione del paese generato degli accordi di Sun City e l'istituzione di un governo di transizione fu accolto nel Nord-Kivu dalle popolazioni non Banyarwanda come un ritorno all'ordine degli affari pubblici. Per buono numero di essi, il campo della patria incarnata dal potere centrale di Kinshasa dovrebbe liberarli dal giogo dei Banyarwanda che occupano lo spazio politico e militare nella provincia del Nord-Kivu. L'opposizione tra Hutu e Nande a Nyamilima ed i villaggi circostanti si inseriscono in questo contesto politico locale inasprito da una transizione in panne, incapace di essere all'altezza delle speranze suscitate. La guerra di Kanyabayonga nel dicembre 2004, è stata preceduta, nella chefferie di Binza, da una molteplicità di assassini e di atti di rappresaglia tra i Hutu ed i Nande perpetrati dai Mayi Mayi di Jackson e i militari dell' RCD/Goma contrapposti. L'invio di diecimila militari da Kinshasa nell'est dell' RDC in dicembre 2005 è stato percepito e vissuto dai Mayi Mayi di Jackson come un'opportunità di buttare fuori dalla chefferie di Binza i Banyarwanda. Dopo l'insuccesso di Kanyabayonga, Jackson ed i suoi Mayi Mayi chiedono oramai che i Banyarwanda si ritirino dalla zona tra le frontiere con l'Uganda di Ishasha fino al fiume Ngwenda che segna il limite tra i raggruppamenti di Binza e quello di Bukoma. Questa rivendicazione è inaccettabile agli occhi degli Hutu che considerano il territorio di Rutshuru un loro spazio politico e culturale di origine e che non è possibile che i Nande discendenti dei primi abitanti del territorio di Lubero li escludano dal raggruppamento di Binza. La tensione sale e l'approssimarsi delle elezioni rischia di dare fuoco alle polveri. È in questo contesto di tensioni crescenti a Nyamilima, dall'opposizione tra Nande e Hutu che si spiega l'assassinio all'arma bianca di Michel BARAYATA. Dall'epoca dei reciproci ethnicistes "Magrivi" per i Hutu e "Kyahanda" per i Nande degli anni 1980, Michel BARAYATA era percepito come uno dei leader Hutu, una leadership che peraltro rivendicava lui stesso. La comunicazione tra i Mayi Mayi ed Interahamwe nel Parco Nazionale e la loro rete di informazione nel villaggio è resa possibile da due ripetitori Vodacom e SuperCell situati sulla collina al disopra di Nyamilima. Questa efficacia nell'informazione, resa possibile dalla nuova tecnologia cellulare ha seminato la paura tra la popolazione. Le dispute ed i conflitti di interessi nel villaggio sono ritrasmessi via cellulari alle bande armate installate nel Parco Nazionale che, a loro volta, vengono a fare giustizia con esecuzioni sommarie. La modernità mondializzata ha i suoi vantaggi ed i suoi inconvenienti e le popolazioni di Nyamilima temono la spirale di violenza che ha preso un tornante etnico e che beneficia del telefono portatile. Nel villaggio di Buramba vicino a Nyamilima ed oggi quasi deserto, la contrapposizione tra i Mayi Mayi e i militari ex-ANC del RCD/Goma ha fatto una ventina di morti civili nel dicembre 2004. Il peggio non è ad escludere e ci si chiede come si potrebbe evitarlo." Una domanda interessante! Nel frattempo gli sviluppi sono stati tanti; La politica ha lavorato, la monuc presente fino a poco tempo fa anche a Nyamilima ha lavorato e come diceva qualcuno dei servizi civili della Onu:" le lancette dell'orologio girano...non si vedono ma girano, e la storia fa il suo corso." Voleva dire che i risultati prima o poi si vedranno. Nel frattempo però quando ci si azzarda a dire che è scoppiata la pace le cose precipitano nuovamente. A Novembre scorso, proprio mentre mi trovavo a Nyamilima i May May si consegnavano e il problema si dava già per risolto. la vita ferveva e non c'era nessun problema per la sicurezza. Responsabili ONU dei diritti umani, della donna e dei bambini frequentavano la missione e parlavano con la gente e le istituzioni. A me sembrava quasi che fossimo già in una fase di ricostruzione e la guerra alle spalle. Subito dopo è esploso nuovamente il problema Interahamwe e poi i fatti di Rutshuru. Nel prossimo post aggiornamenti sulla situazione.

Comments:
Dopo aver letto questo articolo, ci sarebbero tante cose da osservare e da considerare in modo critico. In primo luogo il Pole Institute non ha veramente aiutato la popolazione a recuperare le terre.in secondo luogo cosa vuole dire che "L'ospedale locale della missione cattolica gestito da un figlio della regione era riuscito a creare altri piccoli centres de santé nei dintorni così che Nyamilima è oggi una zona di santé rurale che coordina parecchi projets de santé". Chi sarebbe questo figlio della regione?
In terzo luogo ci sono tante confusioni quando lei parla di Jackson, de Kihanda, de Magrivi...
Bisognerebbe approfondire questi argomenti tenendo conto che la maggior parte della popolazione locale è ed è stata stranea a questa situazione che lei tratta leggeremente; ed è più complessa di come la descrive. Dietro la crisi che attraversa Nyamilima ou la zona di Rutshuru, ci sono i politici che usano l'appartenza tribale per divedere la povera gente, per potere regnare.
 
La ringrazio vivamente per l'intervento. Il fatto che io abbia ripreso questo articolo non significa che lo condivida, e comprendo le perplessità che lei esterna in merito ad alcuni punti. Mi sono posto le stesse identiche domande convinto di dover aspettate chissà quanto prima di acquisire altri elementi. Era meglio non prenderlo proprio in considerazione?. Chi come me vive in Italia e vorrebbe avere un quadro corretto della situazione non ha molte possibilità, per cui si tratta di mettere insieme le fonti più disparate. La traduzione è opera mia ed in effetti non è delle migliori, proprio per questo ho citato l'articolo originale. Credevo importante prendere in considerazione anche un articolo scritto da un istituto di Goma nella speranza di acquisire qualche elemento in più rispetto a quello che può dire un giornalista italiano che magari non è mai andato nella regione. Mi è capitato a volte di leggere articoli su digital congo che non rispecchiavano affatto quanto aveva appena raccontato un missionario che risiede a Nyamilima.
Alla luce di questo, contributi come i suoi sono a maggior ragione preziosi se aiutano a comprendere la situazione. Spero di sentirla ancora.
saluti
Enrico
 
E' difficile capire
questi movimenti "magrivi, kihanda..." che sicuramente
all'inizio non avevano lo scopo politico ma sono stati
manipolati; poi non tutti i hutu sono stati membri di
"magrivi", come non tutti i nande sono stati membri
del "kihanda"; infine pultroppo hanno avuto una
connotazione tribale distrugendo la parte opposta o
chi non pensava come loro. dai tutsi sappiamo tutti
come tanti giovani congolesi sono stati mandati in
Ruanda per fare parte degli "inkontanyi" per poi
rientrare in Congo nel 1996, massacrando tante
famiglie soprattutto a Rutshuru.
M.N. R. D. Congo
 
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