mercoledì, maggio 24, 2006

 

Riflessioni sul viaggiare N°2

Quello che segue è il comment di un mio amico, troppo lungo e "sfaccettato" per essere relegato tra i comment, lo pubblico integralmente.

Caro il mio Enrico, quante volte, negli ultimi 4 anni abbiamo affrontato discorsi come questo e in particolare disquisizioni sul "come" e "dove" viaggiare.........Io un tuo diario di viaggio-africano l'ho letto tutto intero e.......Quello che voglio scriverti, prendendo spunto da queste riflessioni sulla Tunisia (che tra l'altro sai non mi stimola nessuna sensazione particolare nonostante i miei 15 giorni trascorsi per lavoro, a interagire con loro ognuno secondo i propri ruoli), è che condivido pienamente il non vestire panni da turista "occidentale" quando ci si aspetta da un "viaggio" un arricchimento, una crescita, una maggiore consapevolezza dell'esterno e dell'altro e lode alla tua espressione di qualche settimana fà, seppur rubata ad un libro, MIO FRATELLO E' SENEGALESE !!!! ( La frase completa è: Il mio prossimo è in Senegal dal titolo di un bellissimo libro di Giuseppe Cecconi Bandecchi e Vivaldi editori n.d.a.)
Per me rende benissimo il concetto e sai che ne sono stato e ne sono "pregno" di questa sensazione; ma il mio peregrinare inarrestabile per tutti e 5 i continenti e sottolineo 5 (che pecca la tua!!!!!) mi ha portato inevitabilmente ad allargare l'orizzonte in tutti i sensi chiaramente; l'osservare prima e l'entrare in contatto poi con realtà che vivono davvero distaccate dai nostri status symbol e dai nostri parametri di giudizio, e soprattutto sotto un'altra religione (non cristiana, mussulmana o monoteista, ma induista e buddista) a spinto la mia mente a credere quasi definitivamente che la solidarietà è superata !!!!Già, altre volte, ti e vi ho platealmente provocato affermando per esempio che la democrazia è un sistema di governo ampiamente superato..... (i tifosi della Lazio non possono votare!!).chi leggerà e non mi conosce penserà che sono matto, beh per me poco male -meglio matto e anarchico che falso democratico di destra o sinistra, ma perchè questa è democrazia??? che tristezza!-, ma al di là delle provocazioni questa sulla solidarietà la voglio spiegare bene per non lasciare spazio a cattive interpretazioni.Io penso che il romanticismo è finito, come nella tua DOUZ, ormai nel 2006, periodo in cui paradossalmente vediamo sfilare, per esempio, nelle vie di Nyamilima gente con il telefonino a fianco di bimbi o donne con la legna in testa per cucinare, in un territorio dove il senso di Stato, e non solo il senso, non esiste, dove si cura l'AIDS con il bactrim forte, dove i "soliti" bambini malnutriti muoiono come insetti, sotto appunto ripetitori per cellulari e parabole per la Tv,(ma con quale corrente poi?): IL ROMANTICISMO E' FINITO!Bisogna fare un passaggio determinante dalla solidarietà, intesa come semplice aiuto seppur importantissimo al di là delle provocazioni, all'impegno "politico" reale per fornire strumenti culturali veri e non solo cattolici, a questi popoli.Un impegno politico, dove politico è da considerarsi nel senso puro del termine, nel senso "greco" filosofico della parola, che mira a portare innanzitutto una diversa percezione del problema "paesi poveri" proprio a Casa Nostra e che poi trasmetta invece a loro la consapevolezza della necessità di una evoluzione autonoma mentalmente e in futuro praticamente.Forse mi sto spiegando male, ma intanto si scrive malissimo su uno spazio così stretto, e poi è difficile scrivere e non "parlare" di certe cose; comunque ribadisco il concetto : IL PASSAGGIO DALLA SOLIDARIETA' ALLA "POLITICA" E' FONDAMENTALE !Cominciamo a parlare di fame nel mondo come CRIMINE DELL'UMANITA', consideriamolo alla stregua dei grandi crimini di guerra nazisti, serbi,americani, iracheni, turchi, etc., etc. Quando parliamo di INGIUSTIZIA SOCIALE NEL MONDO, parliamone come quando pensiamo alla SHOA dei "fenomeni" israeliani (e che nessuno si offenda). L'ingiustizia che noi paesi ricchi perpetriamo sul mondo povero deve essere vissuta come un'onta personale per ogni individuo, siamo noi con la nostra vita, sempre uguale sempre quella, con i nostri "compromessi etico-morali" che contribuiamo al diffondersi della "grande ingiustizia sociale". Proviamo a fare questo passaggio mentale nel quale la prima preoccupazione non è più la solidarietà, ma diventa l'impegno morale a indignarsi seriamente come esseri umani nel sapere che oggi non so quanti bimbi moriranno di fame, quante donne saranno violentate, bimbe abusate, bimbi uccisi e costretti a uccidere...... INDIGNAMOCI !GRIDIAMOLO SEMPRE, OGNI GIORNO, A TUTTI. LA VERA VERGOGNA FORSE è CHE AL DI LA' DEL FARE VOLONTARIATO (NOBILE OPERATO PER CARITA') CI SFUGGE QUESTO CONCETTO DI CORRESPONSABILITA' CHE DEVE INDIGNARCI COME DAVANTI AD UN CAMPO DI STERMINIO TEDESCO, NE UNA VIRGOLA DI PIU', NE UNA DI MENO.La mia speranza è che come l'olocausto ebreo è oramai patrimonio mentale per quasi tutti,come percezione di un qualcosa di irripetibile, di ingiustificabile...., che questa disparità, ingiustizia, sfruttamento che i paesi poveri dei 5 continenti subiscono, SIA AVVERTITA DALLA GENTE, DAL POPOLO, COME QUALCOSA DI INAMMISSIBILE, NON ACCETTABILE.Ti bacio.
Leonardo L'indignato

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